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Goldman Sachs e Mario Draghi #343
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Goldman Sachs
Debito UE
🚀Let’s go!
🇪🇺Che facciamo con il debito UE?
L'Unione Europea si trova ad affrontare una questione cruciale riguardo al debito contratto durante la pandemia di Covid-19, con l'obiettivo di evitare che i costi di rimborso travolgano il bilancio comune dell'Unione. Si stanno esplorando varie opzioni per estendere il rimborso di centinaia di miliardi di euro in obbligazioni emesse durante l'era pandemica. Questa opzione, sostenuta dall’ex primo ministro italiano Mario Draghi, riguarderebbe l'estensione fino a 350 miliardi di euro di debito straordinario dell'UE.
Le discussioni su come strutturare una soluzione sono ancora in fase iniziale, e devono superare diverse sfide, tra cui la ferma opposizione di capitali come Berlino e le significative restrizioni legali. Inoltre, sarà essenziale ottenere il sostegno degli investitori, che giocano un ruolo cruciale nel finanziamento del debito europeo. Eh già, qualcuno dovrà poi sganciarli sti soldi. Alcuni funzionari dell'UE temono che i costi del rimborso, se non affrontati in modo adeguato, potrebbero limitare notevolmente la capacità di spesa dell'Unione negli anni a venire. Avremmo magari scoperto che sui debiti si pagano gli interessi?(ironia) Draghi ha avvertito questa settimana che l'incapacità di risolvere il problema, insieme alla posizione di alcuni Stati membri contrari al concedere all'UE maggiori poteri di raccolta fondi o più risorse finanziarie, potrebbe condurre l'Unione a una crisi di bilancio.
La pressione sui bilanci è già un fattore di rilievo per la Commissione Europea, che sta preparando la sua proposta per il prossimo bilancio a lungo termine dell'UE. Durante il periodo 2028-2034, si prevede che la domanda di spesa aumenterà, aggravata da numerosi obblighi di rimborso. Secondo stime interne alla Commissione, dal 2028 l'UE dovrà affrontare costi di rimborso del debito e interessi fino a 30 miliardi di euro all'anno, cifra che rappresenta circa un sesto della spesa annuale attuale dell'Unione. Questo scenario rende evidente che senza interventi correttivi, l'UE si troverà di fronte a scelte difficili: aumentare i contributi degli Stati membri o tagliare i budget esistenti, con conseguenze potenzialmente devastanti per i programmi comunitari.
Il rifinanziamento del debito, cioè il prolungamento del periodo di rimborso, è considerato da molti come una soluzione logica. Questa opzione, però, comporta una serie di complicazioni, sia politiche che finanziarie. Mario Draghi, nella sua recente analisi economica di oltre 400 pagine, ha proposto di estendere il debito dell'era pandemica come un mezzo per liberare risorse per nuovi investimenti, stimati intorno a 800 miliardi di euro all'anno. Draghi ha suggerito che gli Stati membri potrebbero considerare l’aumento delle risorse disponibili per la Commissione, posticipando il rimborso dei fondi del programma NextGenerationEU. Tuttavia, un’estensione di questa portata richiederebbe il consenso unanime dei 27 Stati membri, poiché il debito contratto durante la pandemia era stato definito "una tantum" e limitato nel tempo, per garantire la sostenibilità finanziaria dell'Unione.
Fino ad ora, nell'ambito del programma NextGenerationEU, gli Stati membri hanno prelevato circa 94,6 miliardi di euro in prestiti, con l'obbligo di iniziare il rimborso a partire dal 2031. Nel frattempo, la Commissione ha erogato circa 171 miliardi di euro in sovvenzioni, cifra che potrebbe aumentare fino a 357 miliardi. Il debito contratto per finanziare queste sovvenzioni deve essere rimborsato direttamente dal bilancio dell'UE tra il 2028 e il 2058, creando un ulteriore carico finanziario che l'Unione dovrà gestire con attenzione. La possibilità di emettere nuove obbligazioni per rifinanziare il debito in essere potrebbe alleviare temporaneamente il peso, ma rimane l’obbligo di restituire l'intero importo entro il 2058.
Un cambiamento significativo dei termini del programma di indebitamento richiederebbe il sostegno unanime degli Stati membri e dovrebbe superare le rigide norme legali, in particolare quelle stabilite dalla Corte costituzionale tedesca. Quest'ultima aveva stabilito che il fondo per la ripresa non violava i trattati dell'UE poiché era considerato una misura straordinaria e temporanea. Un'estensione semplice del debito NextGenerationEU entrerebbe in conflitto con la giurisprudenza tedesca, richiedendo probabilmente la creazione di un nuovo strumento che permetta all'UE di mantenere il livello di indebitamento costante, senza aumentarlo.
Infine, la possibilità di estendere il debito potrebbe anche rendere le obbligazioni dell'UE più attraenti come classe di attivo. Attualmente, gli investitori sono scoraggiati dalla natura temporanea del programma, e un’estensione potrebbe migliorare significativamente le relazioni con i mercati finanziari. Tuttavia, come sottolineato da Jussi Harju, direttore di Citi, la decisione finale sarà inevitabilmente di natura politica, con implicazioni economiche a lungo termine per l'intera Unione Europea.
💸Goldman Sachs guadagna 90 milioni per una consulenza.
Vi siete mai chiesti perché molti studenti di economia vogliono andare a lavorare in finanza e più precisamente nell’Investment Banking/ M&A (falso amico perché di “investment” non ha niente) ? Non ci vuole molto…i soldi.
Banche d’investimento come Goldman Sachs; Morgan Stanley o J.P. Morgan fanno da advisor ad aziende che vogliono comprarne altre o da consiglieri per quelli che hanno ricevuto offerte per vendere. Fin qui tutto chiaro. Andiamo a vedere qualche dato interessante. Goldman Sachs è stato l’advisor dell’azienda dietro alle Pringles (Kellanova) per la sua vendita per $36 miliardi alla Mars (si quella delle barrette di cioccolato). Sapete quanto potrebbe intascarsi se la transazione effettivamente avverrà? 92 milioni di dollari. Non male eh.
Con queste fees stratosferiche si capisce perché queste banche d’investimento sono disposte a pagare un neolaureato di 22 anni più di $100.000 dollari di stipendio base. In Europa sono un po’ più bassi ma restano comunque molto sopra alla media. Tutto oro quello che luccica? Eh no. In cambio di tutti questi soldi gli Analisti sono disposti (o obbligati) a lavorare praticamente il doppio di una settimana lavorativa di 40 ore e a sacrificare molti weekend per chiudere transazioni miliardarie (per il Managing Director). Come tutto nella vita ci sono pro e contro. Voi cosa preferite?
Buon fine settimana!
Alex
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