❌Addio smartworking da Amazon #345

Cappuccino & Business

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Lo chef propone:

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❌ Addio smartworking da Amazon

Solo 4 anni fa tutti pensavamo che la pandemia avesse rivoluzionato il modo di lavorare e non saremmo mai tornati al modello di prima. In parte è vero, molte aziende permettono di lavorare in smart 2 giorni a settimana. Da subito le aziende tech sembravano quello più “easy” sul lavoro in smart, ma qualcosa sta cambiando.

Amazon ha annunciato questa settimana che i suoi impiegati dovranno lavorare 5 giorni su 5 dall’ufficio dall’anno prossimo. Cosi l’ha annunciato il CEO di Amazon, che ricordiamo che non è più Jeff Bezos ma un omino che si chiama Andy Jassy (che non è proprio nuovo nell’azienda dato che ci lavora dal secolo scorso). Il motivo? Dice che ha notato che stando in ufficio è più facile collaborare tra colleghi, imparare e rafforzare la cultura aziendale. Tutti torti non e ha. Le uniche eccezioni saranno fatte per emergenze familiari e malattie di figli. Beh dai un cuore ce l’ha ancora questa grande corporate. Per darvi un po’ di contesto a maggio Amazon aveva annunciato la regola dei 3 giorni a settimana in ufficio ma a quanto pare non è stata abbastanza per rafforzare la cultura aziendale (o il controllo sui propri dipendenti hehe).

Scherzi a parte questo “return to office” è un tema del quale si sta parlando sempre di più (soprattutto in America direi). Se prima pensavamo che saremmo andati al massimo 3 giorni in ufficio per molti sta cambiando la storia. Da una parte mi sento di dare ragione a Jassy. E’ innegabile, soprattutto da giovani', che è molto più facile integrarsi, imparare e rafforzare rapporti stando in ufficio. Dall’altra non penso che obbligare ad andare 5 giorni in ufficio senza flessibilità sia la risposta giusta. A volte ci sono certe task che sono individuali nelle quali non c’è bisogno dell’input di altre persone e tra stare in un ufficio senza interagire con nessuno e stare nel proprio salone non è che cambi molto. Si rischia anzi che alcuni dipendenti lascino Amazon per andare in altre aziende tech più generose sul work from home.

 

💀 Tupperware in bancarotta

L’azienda dei “tupper” (come si chiamano più correntemente) starebbe per andare in bancarotta chiedendo la protezione del famoso Chapter 11 (un processo negli States nel quale si cerca di ridimensionare e rinegoziare il debito dell’azienda per cercare di farla sopravvivere).

L’azienda quasi 80enne avrebbe debiti per ben 700 milioni di dollari per i quali sta avendo grandi difficoltà a restituirli ai suoi finanziatori. In realtà leggendo bene alcuni articoli recenti questa storia non sorprende nessuno perché pare che sia da anni che l’azienda stava avvertendo che le sue vendite stavano calando di anno in anno. A giugno l’azienda aveva presentato un piano per chiudere l’unica fabbrica che rimaneva negli Stati Uniti (mandando a casa 150 dei suoi dipendenti).

Imotivi di questa bancarotta sono vari, ma ritroviamo i classici. Dopo la pendemia sono aumentati i costi di produzioni a causa delle materie prime, ma anche i costi del personale e trasporto. Il classico cocktail.

Alex

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